La legalità al 1° posto. Giuseppe Paolini: ‘la mafia ha più paura della scuola che della polizia’

La legalità al 1° posto. Giuseppe Paolini: ‘la mafia ha più paura della scuola che della polizia’

Un’esperienza di alto valore civico per gli studenti del Liceo Mamiani e Marconi

Venerdì 23 maggio, le classi 4B del Liceo Classico Mamiani e 4O del Liceo Scientifico Marconi hanno partecipato all’incontro “La legalità al primo posto”, un’iniziativa promossa dall’assemblea UPI – Unione Province d’Italia, sezione Marche. L’evento si è svolto presso la Fattoria della Legalità a Isola del Piano, un luogo simbolo della lotta alle mafie, nato dalla confisca di beni appartenuti a un imprenditore calabrese coinvolto in attività criminali.

L’incontro ha avuto un significato particolarmente profondo, poiché si è tenuto nella giornata di commemorazione dell’attentato che costò la vita al giudice Giovanni Falcone e a sua moglie Francesca Morvillo. Per gli studenti, l’evento ha rappresentato il momento conclusivo di un percorso iniziato con il viaggio in Sicilia del Mamiani, dove hanno avuto l’opportunità di visitare i luoghi emblematici della lotta alla mafia.

Le professoresse Simonetta Drago, docente di greco e latino e Paola Moresco, docente di storia e filosofia hanno accompagnato le loro classi in questo percorso, valorizzandone il forte impatto educativo e civico. “Sono emozionata”, ha confessato la professoressa Drago, “ho aspettato questo momento insieme ai miei studenti e lo vivo con particolare intensità dopo il viaggio in Sicilia”. Anche la professoressa Moresco, da sempre impegnata nell’educazione alla legalità nelle scuole superiori, ha sottolineato come questa esperienza sia una lezione di vita che nessun libro di storia può sostituire.

Il programma dell’incontro ha visto il coinvolgimento di importanti figure istituzionali, tra cui il Presidente della Provincia di Pesaro-Urbino Giuseppe Paolini, e il presidente della Provincia di Fermo, Michele Ortenzi, che hanno dialogato con gli studenti, ascoltando le loro riflessioni e testimonianze.

Attraverso iniziative come questa, le nuove generazioni vengono sensibilizzate sull’importanza della giustizia, della memoria storica e dell’impegno collettivo nella lotta contro le mafie. La Fattoria della Legalità continua a rappresentare un simbolo tangibile della possibilità di trasformare beni confiscati in luoghi di formazione e crescita per il futuro.

Scorcio panoramico del terreno confiscato
Interno della Fattoria della Legalità

Intervista a Giuseppe Paolini

Perché è stata scelta proprio questa giornata per l’iniziativa? E soprattutto, perché è così importante per le Istituzioni, la cittadinanza e i giovani?

Abbiamo scelto questa giornata perché rappresenta un momento fondamentale nella memoria collettiva. Non solo per ricordare la strage di Capaci, ma perché ci sono tanti eventi che segnano la nostra storia nella lotta alla mafia. Io, ad esempio, partirei già dal 1982, dalla strage di Pizzolungo. Ma si potrebbe risalire ancora più indietro, all’inizio del secolo scorso, quando la mafia ha iniziato a incidere con violenza sul nostro territorio.

E perché proprio questo luogo?

Questo luogo ha un significato profondo. È il primo bene confiscato e assegnato nella Regione Marche. Oggi i beni confiscati sono circa novanta, ma questo è stato il primo, confiscato nel 2002. Simbolicamente, rappresenta l’inizio di un percorso concreto di restituzione alla comunità.

Qual è, secondo lei, il valore più grande della giornata di oggi?

Il valore più grande è quello che avete portato voi oggi, con la vostra testimonianza. Per me è un segno di grande speranza per il futuro. Dovete sempre tenere le “antennine” dritte, perché la mafia e la criminalità organizzata si camuffano talmente bene da entrare nelle nostre vite senza che ce ne accorgiamo. Essere vigili è essenziale, e la vostra presenza qui è una testimonianza incredibile.

Il momento dell’intervista al Presidente della Provincia di Pesaro-Urbino Giuseppe Paolini

Ha parlato spesso dell’importanza dei giovani. Ci racconta qualcosa della sua esperienza personale?

Certo. Anch’io ho fatto tanti viaggi in Sicilia con i ragazzi di Isola del Piano. Vengo dal mondo contadino, e da lì porto con me un’idea semplice ma potente: se vuoi che una pianta cresca dritta, devi raddrizzarla quando è piccola. Se trasmettiamo certi valori fin da giovani, magari ognuno prenderà poi la sua strada, ma ciò che si impara in questa fase della vita rimane dentro e prima o poi riaffiora.

Qual è, quindi, secondo lei, il ruolo della scuola nella lotta alla mafia?

Un ruolo decisivo. Come diceva il giudice Caponnetto, “la mafia ha più paura della scuola che della polizia”. Perché la scuola forma le coscienze. Solo attraverso l’educazione possiamo costruire un argine vero contro la criminalità organizzata. Certo, la mafia è un parassita. Ma nella vita bisogna sempre lottare.