Nel 2026 la nuova organizzazione delle Province, chiusa la 35ª Assemblea Upi

Nel 2026 la nuova organizzazione delle Province, chiusa la 35ª Assemblea Upi

Approvazione del disegno di legge entro il primo semestre del prossimo anno per arrivare nel 2026 al nuovo assetto del sistema Province. Questo l’orizzonte temporale tracciato nella seconda ed ultima giornata di lavori della 35esima Assemblea congressuale dell’Unione delle Province d’Italia che si era aperta a Roma il 10 dicembre, e che si è chiusa mercoledì 11 dicembre con l’intervento del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
Quella di mercoledì 11 dicembre è stata la giornata della relazione programmatica del neo presidente, Pasquale Gandolfi, eletto nella prima giornata di lavori, per acclamazione. Un documento dettagliato che ha ampliato i punti inseriti nel manifesto programmatico presentato dall’Assemblea e consegnato nelle mani del presidente appena eletto, e che aveva fissato le linee guida sulle quali improntare il nuovo mandato della presidenza e del nuovo Direttivo che, dopo le modifiche statutarie approvate proprio in sede di Assemblea, sarà composto da dodici membri. Certezza normativa, funzioni fondamentali chiare che prevedano l’adeguata copertura finanziaria, personale, una nuova fiscalità dell’Ente, la previsione dell’elezione a suffragio universale e diretto di presidente e Consiglio, la reintroduzione della Giunta. Sulla necessità di riformare le Province, riattribuendo loro il ruolo sancito dalla Costituzione di collante tra i territori e le comunità locali, di garanti di coesione sociale è stata condivisa da tutti i relatori della giornata, presidenti di Provincia, ma anche rappresentanti del Governo e del Parlamento, con i quali ha dialogato Gianni Trovato, giornalista de Il Sole 24 Ore. Tutti concordi nel ripristino a pieno titolo delle Province, con qualche distinguo su come integrare la “controriforma” delle Province con quella che sta prendendo avvio sull’Autonomia differenziata.


«Le Province sono uno snodo fondamentale per assicurare coesione sociale e territoriale nel Paese», le parole del ministro Piantedosi che nel suo intervento ha evidenziato come «questa assemblea ci ha consentito un importante momento di approfondimento su temi di grande complessità, anche al fine di mantenere alta l’attenzione sulla loro centralità». Il ministro ha toccato i temi della «definizione della nuova Provincia, della messa in sicurezza del territorio, della modernizzazione della Pubblica amministrazione, della promozione di politiche di sviluppo eque e sostenibili», tutti temi che «soprattutto nell’attuale contingenza storica ed economica, chiamano gli amministratori locali a compiti sempre più ampi ed impegnativi». Il titolare del Viminale ha posto poi anche l’accento sul suo lavoro per «procedere all’indispensabile revisione del Testo Unico sull’Ordinamento degli Enti Locali attraverso una legge complessiva e sistematica, dedicata a tutte le categorie di enti locali, Comuni, Province e Città Metropolitane».
Ha rinnovato il suo «impegno nell’ascolto, nel confronto e nella collaborazione con le Province italiane» il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, che ha affidato il suo messaggio ad un video trasmesso nella Sala della Protomoteca del Campidoglio. «Le Province – ha proseguito – lavorano in modo proficuo e costante nel dare forma alla nostra Repubblica, alle nostre tradizioni, alla nostra storia. Le molteplici sfide che si profilano all’orizzonte, una su tutte quella dell’intelligenza artificiale, richiedono una cura inedita nei confronti delle persone e della rete degli enti territoriali, cuore pulsante del nostro Paese».